Archivio della categoria: donne e lavoro

Offri al cliente un buon motivo per restare

Aperto per tutti i clienti giusti!

Aperto per tutti i clienti giusti!

Hai fatto il grande passo: ti sei messa in proprio o comunque hai deciso di essere il capo di te stessa. Una grande emozione si somma alla generale incertezza per il futuro ed eccoti qua: da oggi devi contare principalmente sulle tue forze. Che tu sia una ceramista o un’organizzatrice di eventi, una web designer oppure una traduttrice, il principale problema che ti sarai posta è: ce la farò a trovare abbastanza clienti? Perché sì, siam tutti bravi sulla carta ma a conti fatti, un’attività senza clienti è come una pianta senza linfa vitale. Prova a seguire queste indicazioni per espandere il tuo giro di clienti:

Crea una rete e utilizzala

Che sia composta da amici, conoscenti o ex colleghi, “la rete è sicuramente il segreto del tuo successo.” La rete comprende ex datori di lavoro, colleghi, amici e familiari. Racconta a tutti cosa fai: lascia che capiscano in che modo potresti essergli utile o a chi potrebbero consigliare il tuo supporto. Non sempre potrai essere utile alle persone più vicino a te, ma magari loro potranno consigliarti ad altre persone. Fai dei bei biglietti da visita e condividili: lasciali in giro senza remore per agevolare il networking. A Torino è nata Rete al Femminile, fondata da Gioia Gottini. Ha avuto un successo così strepitoso che è stata replicata già in altre città. Controlla se nella tua c’è già, se no diventane la portavoce.

Vai dove vanno i tuoi clienti

Non sparare nel mucchio cercando di suscitare interesse in più persone possibile, ma cerca di capire chi è il tuo cliente ideale. Difficilmente avrai come target=tutti. Definisci, invece, il tuo acquirente ideale e poi scopri cosa fa, cosa mangia, dove va, cosa gli piace. Poi cerca i luoghi in cui potresti incontrarlo, sia online che offline. E proponiti, scrivendo di te in un blog, oppure telefonando direttamente. Il contatto diretto è il modo più rapido e semplice per capire di cosa hanno davvero bisogno le persone che ci circondano. Fatti coraggio e chiedi, sii propositiva e aperta.

Lavora in coworking

Sicuramente non desideri trovare tutti i tuoi clienti con questo metodo (che non ha nulla di strategico e molto di casuale) ma se la tua azienda è agli inizi, ti permetterà di risparmiare sui costi di un ufficio, dirottando quei soldi su pubblicità e analisi di marketing. Potresti passare poi gran parte della giornata gomito a gomito con realtà simili o complementari alla tua, imparando molto e facendo girare velocemente voce che sei molto in gamba a fare questo piuttosto che quell’altro.

Qualità e cortesia

Impegnati a fornire servizi di alta qualità e assistenza tempestiva. Ricompensa, con sconti o servizi extra, i clienti più affezionati che così non potranno che parlare bene di te. Regala per esempio dei coupon che garantiscano uno sconto o una prova gratis a chi presenta un amico. Oppure potresti fare come alcune Mamas di NetworkMamas che hanno messo a disposizione, per un limitato periodo di tempo, delle consulenze gratis. Un modo per rendersi disponibili ed invogliare i clienti alla prova.
Non fare l’errore di certe aziende che, investendo tanto tempo nell’ ottenere nuovi affari, si dimenticano dei propri clienti esistenti. Non dimenticare che è più facile mantenere un cliente che ottenerne uno nuovo.

Sei online. Fai in modo che si parli (bene) di te

Costruisci la tua presenza online. Fatta bene, però!

Costruisci la tua presenza online. Fatta bene, però!

Se pensi che il tuo lavoro possa essere svolto online e hai quindi preso in considerazione modi 2.0 per proporti tramite canali web, dovresti sapere che non basta stare su Fb a postare gattini e a condividere i risultati di CandyCrush per aumentare i tuoi contatti.

Se hai un sito, spero te lo abbia fatto un professionista (in caso contrario, detto tra noi, cerca tra le Mamas presenti su Networkmamas!) e non il nipote del salumiere. Non solo per il vecchio detto milanese “Ogni ofelè al fa el so meste”, cioè “A ciascun pasticcere il proprio mestiere” ma anche perché si respira un’aria diversa su una pagina professionale, realizzata da chi ne sa.
Lo stesso concetto vale anche nel caso tu abbia la tua pagina di profilo su NetworkMamas. Come avrai notato c’è una certa omogeneità nel sito. Non si può stravolgere perché vogliamo mantenere una struttura comune, ma deve essere personalizzata dalle Mamas. Vediamo con che cosa:

Una bio chiara
Ok, ti piacciono i gattini. Ma non la farei passare come l’informazione fondamentale. Chi sei, cosa fai, cosa offri e come lo offri. Magari in rete e su NetworkMamas, poi troverai pure delle amiche, ma non stiamo a raccontarcela: offri le tue competenze in vista di possibili occasioni lavorative. La tua descrizione deve essere, breve e ricca di informazioni che possano incuriosire ed interessare il cliente.

Una foto in cui ti senti a tuo agio
L’ideale, come foto profilo, sarebbe un bel primo piano. Sorridente, fiducioso, con lo sguardo che punti dritto verso l’interlocutore. Niente aria contemplativa/assorta mentre scruti l’infinito. Sorridi, senza paura ma anche senza occhiali da sole. Si tratta di lavoro… e se non lo è ancora, di sicuro vorresti lo diventasse. Il tuo potenziale cliente è dietro l’angolo. Si tratta di convincerlo che sei veramente la persona giusta per lui.

Una bella foto che ti rappresenti e/o rappresenti il tuo prodotto
Può valere, con buon senso, tutto. Se fai cake design convengo che sia più facile per te trovare una foto accattivante, rispetto a chi si occupa di recupero crediti. Ma ci sono siti che offrono gratuitamente immagini, adatte ai casi più diversi, che possono essere riutilizzate. Sì, perché non è che se ti piace una foto in giro per la rete, puoi automaticamente “prendertela”. È sempre bene utilizzare immagini protette dalla licenza CC Creative Commons, per non incorrere in problemi. Anche legali.
Questi sono solo alcuni dei siti, da cui le puoi scaricare gratis:
Morguefile
Photopin
Unsplash

Un video di presentazione
Lo so che per registrare un proprio video in cui non ci si senta TopoGigio, ci vogliono diversi tentativi. Ma ti prego, falli. Serve a te e soprattutto al tuo potenziale cliente.
Deve essere una cosa breve, di circa un minuto, in cui parli tranquillamente, senza gesticolare troppo, di cosa sai fare e di quanto tu sia in gamba. :)
Non sottovalutare la potenza e l’importanza del video. Ormai marchi, società ed organizzazioni utilizzano un video per presentarsi. Indubbiamente è un metodo ad alto impatto che raggiunge facilmente una vasta fascia di utenza. Più immediato e rapido, viene facilmente ridimensionato sui dispositivi mobili e sugli smartphone. Può essere condiviso facilmente su YouTube, Vimeo, ITunes o i vari Social e mostra la tua personalità con un impatto immediato su cliente o possibile datore di lavoro.

Quindi su con le spalle, un bel respiro, sorridi e Ciack!
Hai bisbigliato, farfugliato e ti sei scordata tutto? Riparti. Il tuo bimbo piange e tu sei tutta tesa? Prendilo in braccio e fatelo insieme il video… sarai più rilassata e naturale.
Prenditi 15 minuti per fare una cosa di cui poi sarai soddisfatta.
L’aggiunta di un elemento “video” all’interno della propria pagina, permette una maggiore interazione con i motori di ricerca e di conseguenza è bene ricordarsi di dargli un nome sensato (non video1, ma nome+cognome+curriculum) e magari includere una “Call to action.

I link esterni sono molto utili, soprattutto se portano a portfolio, interviste o pagine con profili professionali. Ricordiamoci di farli aprire in una nuova finestra del browser, per permettere all’utente, di tornare facilmente sul sito da cui era partito. Nel nostro caso, la pagina di profilo di NetworkMamas. Non dimentichiamo di usare parole chiave furbe e utili anche nella stesura del testo descrittivo.

Un’ultima cosa: la grammatica italiana è nostra amica!

La videochat: questa (s)conosciuta

Un sorriso scalderà la professionalità della videochat

L’utilizzo della videochat cresce anche in Italia

Solo nel 2013 le comunicazioni Skype-to-Skype sono aumentate del 44%. La videochat è entrata a pieno titolo nella nostra quotidianità. Se hai un computer portatile o uno smartphone, molto probabilmente sono attrezzati allo scopo.

Ed anche gli utenti iniziano ad abituarsi: mia figlia di due anni, quando sente il suono dell’avvio di Skype dice: “Nonni?

Sta diventando un sistema di comunicazione talmente comune che alcuni la usano con la leggerezza di quando si fa una telefonata, non preoccupandosi nemmeno di togliere dall’inquadratura lo stendino pieno di panni messi ad asciugare.
Altri si devono abituare ancora un po’ ma come spesso accade, si tratta solo di tempo e poi diventerà una piacevole abitudine.

Negli Stati Uniti la videochat viene usata da tempo anche nell’ambito della consulenza da parte di professionisti: fa parte della routine contattare una maestra di yoga tramite Popexpert o un programmatore PHP tramite Airpair

Regalarsi 50 minuti per fare una delle lezioni che compongono il corso di violino, oppure esercitarsi sulla pronuncia con un madrelingua francese: il tutto senza muoversi da casa e ad un prezzo competitivo. Non sembra male, vero?

Ma noi italiani non dobbiamo struggerci: un po’ perché internet è senza confini per chi conosce l’inglese, ma soprattutto perché in Italia abbiamo NetworkMamas!

Non solo cerchiamo di portare il nostro contributo allo sviluppo del telelavoro, ma cerchiamo di farlo puntando forte proprio sull’utilizzo della videochat.

Su NetworkMamas trovi moltissime esperte, tutte mamme, in grado di fornirti una consulenza in tempo reale, un corso composto da un pacchetto di 5 lezioni oppure una giornata di telelavoro, e sono tutte contattabili tramite videochat.

Troverai un’esperta a tua disposizione in giorni e orari molto più elastici rispetto a quelli di uno studio tradizionale.
Il costo del servizio sarà decisamente inferiore a quello che ti praticherebbe un esperto nel proprio studio.
Potrai toglierti lo sfizio di imparare cose nuove con un corso 1 a 1, personalizzato sulle tue esigenze e sui tuoi tempi.
– Potrai richiedere un servizio non elencato, segnalando le tue esigenze nella sezione Richieste

Se l’idea ti piace, ma ancora qualcosa ti frena… cerchiamo di dissipare insieme gli ultimi dubbi: scrivi nei commenti cosa ne pensi dell’utilizzo della videochat e della soluzione proposta da NetworkMamas.

Risponderemo, promesso.

Di mamma ce n’è una sola ma di mamas… tantissime!

Dicono che tre sia il numero perfetto ma provate a chiedere: “Che ne pensi?” ad una mamma con due gemelli insonni oppure ad uno a cui si sia appena bucata una ruota dell’auto.
Fatto?
Se avete ancora dei dubbi sulla veridicità di quell’affermazione, chiedetelo a tre founder di una start-up.
Vi diranno che, numericamente, la loro composizione è perfetta solo in tre (!) casi:

  • trasferte in auto (due davanti e una dietro che sonnecchia),
  • rapida necessità decisionale  puntando alla maggioranza matematica,
  • esigenza di far ricordare i propri nomi (oltre i nomi dei tre porcellini, nessuno si è mai avventurato)

Per la realizzazione di grandi imprese, invece, essere in tre non basta. Ed è per questo che l’11 Maggio, in occasione della festa della mamma, ci sarà il lancio ufficiale di Networkmamas e, a dimostrazione del fatto che da soli non si va lontano, vogliamo ringraziare le mamas che hanno accettato di darci una mano con la realizzazione del video promozionale.
Ammettiamolo: siamo un po’ matti ad aver chiesto ad alcune mamas di farci avere nel giro di tre giorni delle riprese video fatte da loro in cui si presentano e dicono di far parte del nostro network.

mamas

Ogni social è buono per trasmettere energia e fiducia

Ma forse son più matte loro… ci sono state dietro e ci hanno dato un grande aiuto, impegnandosi e facendoci sentire quanto affetto ci sia intorno al nostro progetto. Molte di loro hanno creduto in noi sin dal crowdfunding dell’anno scorso, ed è proprio grazie a quel sostegno che abbiamo potuto far partire il prototipo di Networkmamas che, dopo molti mesi, è diventato quello che c’è adesso on line.

Dovete pazientare ancora due giorni per vedere il frutto delle fatiche delle nostre Mamas-attrici, ma due “backstage” vogliamo condividerli con voi:
Francesca Marano, Digital Doula, ci apre le porte della propria cucina e Morena Porta, esperta di Marketing Communication, quelle del proprio salotto.

Grazie!

Cerco lavoro sui social media

Emergi e fai dire al tuo futuro capo:"Scelgo lei!"

Emergi e fai dire al tuo futuro capo:”Scelgo lei!”

Cercare lavoro può diventare un’esperienza stressante, soprattutto quando non porta i frutti sperati. Ti costringe a lunghe sessioni in giro su siti che sembrano offrire lavoro o con il naso immerso in giornali dedicati. Il tutto da soli. Situazione talmente controversa che rischia di portarti a fare domanda come dog sitter, mentre eri partita con il voler fare la segretaria di direzione… e con un curriculum di tutto rispetto.
Ma hai dimenticato di avere degli alleati utilissimi: i social media.

Basta con i commenti ai post con i gattini, la condivisione delle mascalzonate del politico di turno e la richiesta ad amici e parenti di giocare online a Candy Crash. Non far dire a tua nonna che sui “social cosi” ci si perde solo tempo.

Fai sapere a tutti che sei alla ricerca di lavoro. Di quel lavoro. Proprio quello lì. Se scrivi: “Aiuto, cerco lavoro… sto mese sono nei guai” tirerai sù un po’ di like, qualche retweet e qualcuno ti risponderà: “Pure io.” Ma non otterrai nulla.

Se scrivi invece: “Vista la mia esperienza come segretaria di direzione, sono alla ricerca di un lavoro che mi permetta di dimostrare quanto sia precisa nella gestione agenda e con forte senso pratico nell’organizzazione di viaggi e meeting. La mia esperienza all’estero presso xxx mi rende sicura nell’uso fluente di inglese e spagnolo, scritti e parlati.”

Non basta che si sappia che cerchi lavoro e che lo sappiano tutti. Contestualizzando la propria esperienza e che cosa si desidera per il futuro, si aiutano anche le persone che ti leggono a capire in che modo possano aiutarti.

Chiarisci bene nella tua testa che tipo di lavoro vuoi fare, e quanto tempo gli puoi/vuoi dedicare: part time? Full time? Telelavoro?
Questa informazione ti permette di scremare molto le eventuali offerte. Inutile candidarsi per un lavoro che non potresti comunque accettare. Perdi tempo e ne fai perdere a chi ti esaminerebbe.

Una volta che hai ben chiare in mente le caratteristiche del lavoro dei tuoi sogni, fai un elenco delle aziende in cui vorresti andare e inizia a seguirle su Twitter o Facebook. Comincia a conoscerle e intervieni con intelligenza se hai qualcosa da dire, dimostrando di conoscere la materia di cui si argomenta. Niente esagerazioni, e tanto meno bugie. La rete non perdona e in pochi click verresti smascherata.

Su LInkedin puoi aumentare la rete di conoscenze relative al tuo settore lavorativo e puoi promuovere collegamenti che ti permettano di raggiungere i leader del settore in cui vorresti lavorare. Strappando loro, magari, un appuntamento per un colloquio informativo.

Se riuscirai ad ottenere il tanto desiderato appuntamento, arriverai (puntuale, ovvio) in un posto che non ti sarà del tutto estraneo e potrai fare domande mirate e magari evitare di arrivare vestita di verde se sui social è risaputo che il responsabile delle risorse umane odia quel colore!

Semaforo verde per Wister

semaforo verde per Wister

Il semaforo verde segnala eventi in cui almeno il 40% dei relatori è donna.

Venerdì 14 marzo ero presente, come co-founder di Networkmamas, al learning meeting organizzato da Wister presso il Campus Luigi Einaudi di Torino. Tema: “Opportunità, trappole e seduzioni della rete“.

Dopo aver letto il mio nome sulla locandina dell’evento (temo sempre di arrivare nel posto e nel momento sbagliato), ho individuato, tra il pubblico, una aspirante mamas conosciuta in videochat e, tra i relatori, Flavia Marzano, che avevo avuto modo di conoscere l’anno scorso durante il Torino Digital Festival.
Mi sono tranquillizzata, per poi sentirmi completamente a mio agio, quando sono finalmente riuscita a scaricare, seppur lentamente, le mie slide di presentazione sul pc collegato al proiettore.

Ho aspettato il mio turno, completamente affascinata dalla figura di Flavia Marzano, esperta di comunità virtuali e gestione di contenuti e docente di Tecnologie per l’amministrazione digitale all’Università La Sapienza di Roma. Oltre a tutte quelle cose lì è anche la Presidente di Stati Generali dell’Innovazione e ideatrice della rete Wister. Ed è pure simpatica.

Wister è l’acronimo creato da Marzano per: Women for Intelligent and Smart TERritories. Si tratta di una rete formata da donne, nata per caso dall’esigenza di Flavia di gestire una mailing list formata dalle sue amiche di sempre. Quelle reali, che vedi, tocchi e con le quali ti confronti. Questa lista è cresciuta con le amiche delle amiche e così via fino ad essere presentata ufficialmente nel maggio 2013 a Forum PA.

Obiettivo della rete Wister è informare, proporre, segnalare notizie ed eventi riferiti alle tematiche di genere, con particolare riguardo alle nuove tecnologie.
Composta da più di 400 donne tra le quali ci sono imprenditrici, programmatrici, sociologhe, insegnanti, avvocate, giornaliste ecc… questa rete diffonde cultura e offre occasioni di formazione gratuita rivolta alle donne incuriosite dalle potenzialità del web, tramite i learning meeting chiamati D2D (da donna a donna).

Tra le battaglie di Wister c’è quella contro il gender digital divide (distanza tra donne e tecnologia) per il quale l’Italia figura al 71 posto, dopo l’Uganda e prima dei paesi arabi. Persiste la mentalità secondo cui è naturale che un uomo “smanetti” con computer e cellulari, mentre una donna sceglie il colore delle cover.  Niente di più falso anche se dai 35 anni in su comincia a sentirsi un certo divario che aumenta in modo esponenziale, raggiungendo il massimo tra i sessantenni.

Wister, sempre in prima linea riguardo la ricerca della parità e l’equilibrio delle quote di genere, ha varato un sistema tramite cui gli utenti possono segnalare conferenze ed eventi catalogandoli secondo i colori di un semaforo:
MOC- Man only Conference (semaforo rosso) è il nome che viene dato a quegli eventi in cui a parlare sono soltanto uomini o dove la presenza femminile è inferiore al 10%

WOC- Women Open Conference (semaforo giallo) è il nome che viene dato a quegli eventi in cui c’è una presenza femminile, seppur non adeguata, inferiore al 20%

EOC- Equal Opportunity Conference (semaforo verde) è il nome che viene dato a quegli eventi in cui la presenza femminile, raggiunge almeno il 40%

Se sei interessata alla rete Wister, puoi associarti scoprendo tante opportunità e conoscendo tante donne in gamba!

6 cose per cui una mamma lavoratrice dice “Grazie!”*

Anche le mamme meritano dei ringraziamenti

Anche le mamme meritano dei ringraziamenti

I ringraziamenti delle madri lavoratrici vanno ai propri bambini, agli insegnanti, ai vicini di casa, alla baby-sitter e alle molte altre persone che rendono la nostra vita gestibile. Ma a volte le madri che lavorano dicono grazie semplicemente per essere in grado di lavorare fuori casa, mentre crescono i propri figli.

Questo non vuol dire che le madri che lavorano sono meglio delle mamme che stanno a casa. Ogni genitore ha la prerogativa di scegliere il percorso che è meglio per la sua famiglia, e il diritto di prendere questa decisione senza essere giudicato. Le mamme casalinghe meritano il nostro rispetto e ammirazione per la difficile scelta e per i sacrifici che fanno.

Come per le madri che lavorano, anche noi siamo scese a compromessi accettando meno tempo con la nostra famiglia in cambio di una carriera. Ma concentriamoci sul positivo. Qui ci sono 6 buoni motivi per scrollarsi di dosso il senso di colpa e per essere grata se sei una madre che lavora.

Le madri che lavorano hanno del tempo per sé
Le mamme casalinghe, soprattutto di neonati e bambini piccoli, raramente si godono un momento di pace. Possono anche non essere in grado di andare in bagno da sole.

Le madri lavoratrici hanno il tempo lontano dalla loro famiglia, per pensare in un posto tranquillo, concentrandosi su qualcosa di diverso dal rullo di tamburi implacabile dei bisogni dei bambini. Anche le madri che lavorano in posti di lavoro a contatto con i clienti pensano che le richieste dei propri bambini siano le più implacabili.
Ogni madre che lavora, che si è goduta una tazza di caffè in pace al lavoro sa di cosa sto parlando. Una pausa pranzo trascorsa sbrigando commissioni o tagliandosi i capelli può ancora essere una pausa dalla portata dei bambini.

Le madri che lavorano si godono l’interazione con gli adulti
Noi tutti amiamo i nostri bambini. Ci piace parlare di loro e delle loro manie con altre mamme. Ma è bello avere una pausa dal mondo dei bambini, anche se questo significa parlare di rapporti scaduti, proiezioni di vendita e le prossime presentazioni.
Ancora meglio è la possibilità di chiacchierare con i colleghi di politica, sport, attualità o l’ultimo film campione d’incassi. Formazione, orari scolastici e vasino possono farvi impazzire se non avete altri argomenti di conversazione.

(Questo non vuol dire che le mamme casalinghe non siano in grado di discutere di argomenti di spessore, solo che quando si interagisce con altri adulti in una zona franca senza figli, tutto questo è un risultato naturale)

Il lavoro ti dà una identità al di fuori di “Mamma”
Essere madre è il nostro lavoro più importante. Ma può essere schiacciante, se è la nostra sola occupazione. Madri che lavorano arrivano ad avere un’identità distinta dall’ essere “mamma”.

Dopo tutto, essere genitori è un’attività piena di azioni che devono essere ripetute più volte al giorno. Vesti il bambino, i suoi vestiti sono sporchi, bisogna lavarli. Prepara da mangiare al bambino, lava i piatti e poi lui ha di nuovo fame. Può sembrare un circolo senza fine.

Al lavoro ci possono essere un sacco di compiti ripetitivi. Ma hai anche progetti con un inizio e una fine, qualcosa a cui si può puntare con orgoglio e dire: “L’ho fatto io!” È possibile utilizzare il cervello per le sfide al di là di usarlo per capire il programma della lavatrice.

Nota questi risultati e segnateli in modo da ricordare a te stessa (e al tuo capo) che sul lavoro sei una collaboratore di talento.

Le madri che lavorano guadagnano
Questo non significa essere avidi o animati solo dal pensiero di portare a casa la propria paga mensile. Quel denaro permette l’acquisto di cibo e abiti per voi e per la vostra famiglia, e aiuta a fornire loro sicurezza finanziaria in futuro. Piaccia o no, la nostra società si basa sul denaro e lo vede come prova di realizzazione. Se si effettua la scelta di rinunciare a quella busta paga, si sta mettendo la vostra famiglia di fronte al rischio di instabilità finanziaria in futuro.

Fiduciosi, siamo tutti mettendo un po’ di soldi in un fondo di risparmio-college e un fondo pensione. Serviranno ad aiutare i nostri figli a ricevere l’educazione migliore e a sostenere i genitori anziani.

Per molte madri che lavorano, la busta paga permette di soddisfare alcuni “extra”, tipo una cena fuori, belle vacanze o attività extrascolastiche per i bambini. E anche quelle che vivono il più amorevole e felice dei matrimoni, riconoscono che guadagnare soldi le mette in condizione di parità con i propri mariti e le protegge nel caso in cui il matrimonio finisca.

Le madri lavoratrici danno l’esempio
Come madre di figlie, sono pienamente consapevole che le mie scelte di vita saranno il loro primo modello quando si avventureranno nel mondo. Potranno scegliere in modo diverso, ma il loro punto di confronto saranno le decisioni che ho preso io per la mia carriera e famiglia.
Così, mentre spero che capiscano che la famiglia è la mia priorità assoluta, mi piace anche che mi vedano avere una vita professionale che è gratificante e importante. È salutare per i bambini non essere l’unico centro della vita della loro mamma – questo porterebbe troppa pressione. Hanno bisogno di spazio per fare errori e imparare da loro, senza la mamma sempre nelle vicinanze.

Lo stesso vale per le mamme di ragazzi. Se i ragazzi crescono rispettando le donne come uguali contribuenti nel mondo del lavoro, è grazie al fatto di aver sempre visto la propria mamma ricoprire quel ruolo.

I nostri bambini imparano ad essere indipendenti
Qualcuno di recente mi ha chiesto perché i bambini che vanno all’ asilo nido sono così sicuri e aperti. Anche se non credo che la risposta sia universalmente vera, penso che dipenda proprio dal fatto di essere all’asilo: aiuta i bambini a sviluppare l’indipendenza e la fiducia. Ogni giorno si separano dalle loro mamme e papà, e le cose vanno a posto. È bello vedere i bambini sviluppare relazioni amorose con chi si prende cura di loro, imparando cose diverse da quelle che avrebbero imparato dai propri genitori. L’esposizione a molteplici prospettive – sia gli operatori sanitari e gli altri bambini – rende i bambini più resistenti e in grado di interagire con una serie di persone mentre crescono. Questa è una ricetta per il successo nella vita.

*articolo originale scritto in inglese da  per About.com – Working Moms. Tradotto per gli utenti di Networkmamas da Cristina Interliggi.